Dopo 13 settimane di somministrazione orale giornaliera di crisdesalazina con un dosaggio pari a 200 mg/kg (40 volte la dose raccomandata per i cani), non sono state riscontrate differenze significative tra i cani trattati con la crisdesalazina e il gruppo di controllo normale in termini di segni vitali (pressione sanguigna, frequenza cardiaca, ecc.), elettrocardiogramma, esame oftalmico, emocromo completo, ematochimica, analisi delle urine o esame istologico di altri organi.
Inoltre, durante la nostra sperimentazione clinica di fase III per l’approvazione della CCDS, durante la quale sono stati condotti test simili sui cani, non sono state osservate anomalie significative.
In un confronto sugli effetti collaterali gastrointestinali causati da dosi elevate di crisdesalazina e diversi FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) nei ratti, i soggetti trattati con aspirina, ibuprofene o celecoxib hanno mostrato un sanguinamento gastrointestinale significativo. Al contrario, i ratti trattati con crisdesalazina, anche a una dose di 1000 mg/kg (200 volte la dose raccomandata), non hanno mostrato alcun effetto collaterale gastrointestinale.